SOCRATES

In questo numero vogliamo rendere omaggio, ad uno dei personaggi calcistici tra i più illuminati, che hanno solcato i campi di calcio, ad altissimi livelli e che ci ha abbandonati questo inverno. Lasciando un po’ di freddo nei cuori di chi non ama il calcio business, degli sceicchi (P.S.G.,Man. City,Malaga,Getafe,) del mondiale in Qatar (da giocare a gennaio per colpa dei 50 gradi all’ombra che ci sono in giugno), dei magnati malavitosi russi (Chelsea,Anzhi) o delle cordate americane (Man. UTD,Roma, Liverpool). Questo uomo si chiamava Socrates, nome datogli dal padre, che nonostante avesse interrotto gli studi in terza elementare, aveva la passione per l’antica Grecia e leggeva i libri dei suoi filosi più degni. Sara’ anche per questo che fa studiare il figlio che diventerà poi dottore. Socrates quando esordisce da professionista nel Botafogo nel 1974 si stà laureando in medicina, vi rimane per 4 stagioni (57 presenze 24 gol). Ma è sicuramente al Corinthians (1978-1983) che riesce a dare il meglio di sé come calciatore e come leader anche politico. Vince infatti in sei stagioni ben tre campionati Paulisti (297 presenze 172 gol). Fin qui niente di eccezionale direte, infatti quello che è molto significativo di questo periodo fu la creazione della Democrazia Corinthiana (1981-1983) dove un gruppo di giocatori capitanati da Socrates al grido “essere campioni è un dettaglio” rifiuta l’autorità dell’allenatore. Iniziando cosi di fatto una vera e propria autogestione del club da parte di tutti i giocatori, che in questo periodo si allenano da soli e  scelgono la formazione che scenderà in campo con una votazione all’interno dello spogliatoio. Ma il ruolo dei giocatori non finisce qui visto che prenderanno parte anche a delle scelte societarie più importanti quale la gestione del club e la campagna acquisti (ricordiamo come in quegli anni il Brasile sia sotto ad un regime di dittatura militare appoggiato dagli U.S.A in funzione anticomunista e il Corinthians sia la squadra più tifata del Brasile). Pertanto la Democrazia Corinthiana, è stato un esempio concreto di opposizione e di alternativa al regime dominante, in un mondo quello calcistico, che è più famoso per il qualunquismo e l’opportunismo dei suoi protagonisti.
Dopo aver subito varie pressioni Socrates decide di trasferirsi in Europa. Uno come lui potrebbe giocare dove desidera, lo vogliono le big del continente tra cui Juventus e Roma ma sceglie Firenze e la Fiorentina, ed è subito amore (dichiarerà poi “volevo liberare il calciatore italiano dalla schiavitù del capitale”). Ma non durerà troppo, un anno soltanto (25 presenze e 6 gol). Nel frattempo fa però in tempo a leggere le lettere dal carcere di Gramsci e dichiarare che  “gli italiani sono un popolo di conservatori, ero convinto che fossero esseri più sociali”, “mi sarebbe piaciuto andare a giocare con la Fiorentina nei Paesi dell’Est per studiare la loro politica, invece ci è toccato l’Anderlecht e ne abbiamo presi 6 in Belgio”, “il mio famoso colpo di tacco? lo uso per correre meno”.Dopo Firenze torna in Brasile, Flamengo e Santos. Nella nazionale  Brasiliana vanta 60 presenze e 22 gol, e la partecipazione da protagonista in due mondiali e tre coppe America. “Leggevo libri, bevevo molto, sapevo di non sapere”. Riposa in pace grande compagno calciatore e se hai voglia dacci un’occhiata da lassù, te ne saremmo grati e ti saluteremo con uscite a pugno chiuso e colpi di tacco.

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