EROI NELL’OMBRA (Francuzzo da Ajaccio)

raccattapalle
IL TORNEO PER IL SUO SVOLGIMENTO HA BISOGNO DI DIVERSE COMPONENTI: fondamentali sono il campo, i giocatori, il pallone. Poi ci sono alcune cose importanti, come il tifo, il bar, gli spettatori disinteressati, che parlano fra loro fra uno spinello, un sorso di birra e un panino, mamme che accudiscono i propri bebè, cani che schiumano a bordo campo sperando di poter azzannare quelle belle palle rimbalzanti. E poi ci sono loro…I Raccattapalle, gente di buona volontà che a differenza dei bambini negli stadi che venderebbero i loro genitori per farsi adottare dai paladini del palleggio a cui porgono la palla, starebbero più volentieri al cazzeggio come gli altri. Ma costoro sono da considerarsi degli “eroi nell’ombra”, li potete notare spesso da soli a bordo campo con uno sguardo sfavato ma attento, hanno intorno di solito solo un pallone e sono pronti a scattare verso gli olivi o verso i campi adiacenti al Dazzi Stadium, pieni di erba selvatica con altezza media di due metri. Li vedrete sparire in mezzo a tale vegetazione, e se state bene attenti potrete udire le loro molteplici imprecazioni, al quarantesimo forasacco che gli si infila in bocca, per poi vederli riemergere affannati con la sfera nelle mani e sentirsi dire dagli atleti in campo “ooooh ma ‘sti cazzo di palloni dove sono” oppure “passa sta palla che sei cieco lo vedi che non ci sono più palloni!” e ancora “oh si recupera il tempo!!!”. Roba che un monaco tibetano entrerebbe sul terreno di gioco e farebbe mangiare come un ostia il tessuto sintetico della boccia ai giocatori. Ma lui no! Il Raccattapalle tira la palla in campo, e se c’e’ bisogno parte di nuovo verso la selva che tutto nasconde ma niente ruba. Rivedo in loro (con le dovute proporzioni!!!) le eroiche staffette partigiane, che magari non assaltavano i tedeschi a colpi di fucile ma rifornivano di viveri e portavano messaggi ai vari battaglioni di antifascisti asserragliati nei boschi e in montagna e che rischiavano sulla propria pelle, se presi, di essere torturati atrocemente o nella miglior ipotesi di essere uccisi. Quindi viva il collettivo in qualsiasi forma, calcistica, politica e di vita…e che nessuno si senta meno importante o più’ importante di qualcun altro, perché solo da rispetto reciproco, sacrificio e unità di intenti che possiamo arrivare alla vittoria!! E un grazie speciale ai Raccattapalle, loro sanno chi sono, e noi pure.

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L’ANGOLO DEI PERCHE’ (polpettide)

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“Ho cominciato a dar calci al pallone per non cadere sull’ asfalto di un campo da gioco operaio. Per rimanerci in piedi, anche se ero solo un bambino, in quel “campo”. Un campo senza erba o terra, un campo d’asfalto.”
(A.Prunetti, Amianto, ed. Agenzia X 2012)

Sconfitta: 0 – Pareggio: 1 – Vittoria: 2
La prima stagione calcistica italiana dove vennero introdotti i tre punti per la vittoria, fu il campionato del 1994-95. Questa storica “riforma” delle regole del calcio, fu voluta fortemente dall’allora segretario della FIFA Joseph Blatter. Fu introdotta nei mondiali statunitensi del ‘94. Al tempo, molti di quell* che organizzano “calci dal basso”, che navigano ora fra i trenta e i quaranta, sta- vano uscendo o erano appena uscit* dall’adolescenza. E stavano uscendo probabilmente anche dai quei campetti in asfalto e cemento per lasciare spazio ai più “piccoli” o più giovani. I nostri tornei nei campetti di strada quindi, ce li ricordiamo vividamente con la squadra vincente che si prende due punti e non tre.
Ma non è solo per spirito nostalgico, che viene riproposto nei gironi eliminatori del torneo, il vecchio sistema di attribuzione punti. Questa regola da molt* di noi è stata mal digerita, fin dall’inizio. Ci è sempre sembrata una norma, che spingesse in maniera eccessiva verso una spettacolarizzazione dell’evento partita; una regola che esaspera l’agonismo delle squadre in gioco. Un modo di svalutare il “nobile” significato del pareggio: due squadre in campo, pur dando il massimo di loro stesse, non riescono a prevalere l’una sull’altra. La parità, da quando vale solamente 1/3 rispetto alla vittoria, appare più come una mezza sconfitta. Quindi, chi vince, prende due punti.

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REPORT UFFICIOSO DELLA PRIMA GIORNATA 24-25-26/05 (l’uomo di isolottograd)

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Quando il calcio dei padroni va in vacanza arriva “Calci dal Basso”, storico torneo su prato, giunto ormai alla nona edizione. Sul campo irregolare del Dazzi Stadium, reso ancor più pesante dalle inattese intemperie primaverili, si è svolta la prima giornata dei quattro gironi. Le favorite hanno rispettato il pronostico vincendo agilmente le partite di esordio. Partite tranquille con solo un paio di casi da moviola, risolti rapidamente e senza grosse polemi- che. Forse perchè siamo ancora alla prima giornata. In testa alla classifica marcatori troviamo un gruppetto di bomber tutti autori di una tripletta: Roberto (Ridim United), che agguanta il pareg- gio con un’incredibile doppietta all’ultimo minuto, Iorio (K100 Fuegos), Salvatore (Frammenti di Progresso) e Marchino per i padroni di casa della Dinamo Dazzi.

Se il campo pesante è uguale per tutti, non lo è il fiato. Molte squadre hanno visto le loro speranze schiantarsi contro il debito d’ossigeno dopo aver giocato un buon primo tempo; cinquanta minuti sono più lunghi di quello che sembrano e molte squadre accusano l’età avanzata, i postumi e soprattutto i pochi cambi. A proposito di cambi: si arruolano raccattapalle, troppi palloni dispersi tra le frasche. Compagni! Buttatela dentro e occhio al contropiede.

GIRONE A
Tango Sognato – Ultimi Bianchi 2-5

Gli scalcinati tangueros partono bene, chiudendo il primo tempo in vantaggio di due gol. Nel secondo vengono fuori le magagne: mancano fiato e organizzazione di gioco. I giovani atleti degli Ultimi Banchi fanno valere la loro superiorità atletica e segnano cinque gol in un solo tempo.

K100 Fuegos – Progresso 4-7

Nel primo tempo partita equilibrata, si arriva al 3-3. Il bomber Franco (K100) abbandona l’area di rigore avversaria per trasformarsi incredibilmente in un portiere libero alla sudamericana. Sembra funzionare ma la squadra deve rinunciare ai suoi gol. Alla lunga prevale il Progresso, guidato da Salvatore, autore di una tripletta. Per il K100 tripletta di Iorio, che aggiunge al suo tabellino un incredibile autogol su retropassaggio da calcio d’angolo.

GIRONE B

Ridim UTD – Short Rossi 3-3

Gli Short Rossi, avanti 3-1 grazie a una tripletta di Mazinga, sem- brano prevalere su un Ridim UTD inizialmente troppo leziosi e dal fiato corto. Gli short colpiscono diversi pali e non riescono a finire l’avversario: a un minuto dalla fine Roberto con un terribile uno due impedisce loro di assaporare la vittoria.

Atletico Degrado – Partizan Molina 2-4

Anche stavolta i degradati, privi del loro capitano storico ce la mettono tutta ma non ce la fanno: Il Partizan Molina porta a casa i due punti grazie alla doppietta di Pugge. Il Partizan si trova subito solo al comando del girone, l’Atletico deve vincere la prossima per sperare di qualificarsi ai quarti. Da notare la sportività delle due formazioni con uno scambio di regali tra i capitani prima del fischio d’inizio.

GIRONE C

Los Diahanes – Ricreativo Galluzzo 2-6

Los Diahanes si presentano al Dazzi Stadium per un’esordio difficilissimo contro il titolato Ricreativo Galluzzo che vince fa cilmente grazie ai gol di Nappa, Ale Punk e Rossano. Anche con l’assenza del mister Massini e degli storici chiancianesi la squadra del Galluzzo continua ad essere una formazione da battere.

Operacion Rebelde – Partizan D5 4-1

Operacion Rebelde passa in vantaggio con un bel diagonale di Nicco, ma i ragazzi di Scienze Politiche reagiscono prontamente con un gol del nuovo acquisto Sorrentino. Nel secondo tempo i Rebeldes prendono in mano la partita con Donato che piazza due delle sue solite bombe da fuori e un gol di Donny. Ottima prestazione del portiere Enrico.

GIRONE D

Lebowski – Murales Agraria 5-2

Il primo tempo si chiude sul 4-0, sembra una passeggiata per i campioni in carica. I Murales non ci stanno e cercano di fare la partita nel secondo tempo. Una doppietta di Lorenzo e un serie di tiri da fuori area non servono ad Agraria che pur giocando un buon calcio deve arrendersi sul 5-2 .

Dinamo Dazzi – Wild Cat 7-3

Gli Wild Cat, dopo poco sotto di un gol (Duccio) partono a razzo e trovano il pareggio con Stefano e passano in vantaggio con Enzo. Verso lo scadere del primo tempo i padroni di casa riescono a pareggiare grazie a un gran gol di Marchino, autore di una tripletta. Nel secondo tempo la Dinamo Dazzi mostra una miglio- re condizione fisica, i cambi ci sono e si vedono, e fa valere la propria esperienza. Meraviglioso il gol del 6-3: rovesciata alla Flachi dell’ottimo Enzo.

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IL CALCIO È UN ESERCIZIO DI RELAZIONE COMPLESSO (Redazione)

sianiColIL CALCIO È UN ESERCIZIO DI RELAZIONE COMPLESSO:
chi decide di praticarlo deve fare i conti con una molteplicità di elementi da raccordare, con un tessuto di legami da intrecciare nel raggiungimento dell’obiettivo prefissato, che va ben oltre il far varcare una linea ad una sfera. Sintonizzare sulla stessa lunghezza d’onda individualità, attitudini, temperamenti, corpi, rappresenta uno sforzo improbo se analizzato a freddo, ma che nella naturalità del gioco riesce a raggiungere, talvolta, picchi di impensabile intesa; il risultato, nella maggior parte dei casi, va al di là di ogni retorica sulla validità del gioco di squadra: chi raggiunge l’armonia vince sul campo. Attraverso il confuso rotolare del pallone è possibile quindi comprendere il livello di collaborazione raggiunto tra i vari reparti, misurare la coesione delle formazioni a confronto, e la loro capacità di trasformare torti arbitrali e interventi a gamba tesa in stimoli per crescere e migliorare. Il campo non lascia spazio a velleità individuali e protagonismo di nicchia, se non come fattori di disturbo, in grado forse di permettere di vincere la singola partita, ma sicu- ramente controproducenti nell’economia di un intero campiona- to. La stessa realizzazione di un torneo, in fondo, si costruisce sul medesimo meccanismo collaborativo, sulla mediazione che rende costruttiva la competizione intestina, fondendo l’arcoba- leno di colori delle diverse magliette nell’amalgama di un unico, grande lavoro di squadra.

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Declinare il pallone in questo senso è ciò che tenta di fare, umilmente, Calci dal Basso, giunto alla sua nona edizione ma ancora non rassegnato a consegnare il gioco del calcio nelle mani avide di campetti sintetici e competizioni esasperate costruite sul disprezzo per l’avversario. Ben lontano, però, dall’essere mera ricorrenza ricreativa, e ben memore di calcare una porzione di terra liberata, il torneo anche quest’anno ha deciso coscientemente di ricostituirsi strumento collettivo di lotta, mettendosi al servizio delle istanze di coloro che di fatto lo animano. La volontà è quindi quella di destinare l’incasso del torneo, derivante dalla quota di iscrizione delle varie compagini, alla copertura delle spese legali relative al maxi-processo al movimento fiorentino, che ha seguito le operazioni poliziesche del 4 maggio e 13 giugno 2011 e vede ben 87 compagn* coinvolti. Il contributo economico andrà a coprire la totalità degli imputati, senza distinzioni legate a falli commessi e colore delle casacche; e così non potrebbe essere altrimenti data la composizione eterogenea delle squadre partecipanti, e soprattutto la provenienza “calcistica” dei soldi. Comportarsi diversamente vorrebbe dire non solo contribuire a perimetrare ulteriormente la solidarietà, ma anche promuovere il tradimento dello spirito che costituisce il valore del gioco del pallone in quanto attività collettiva;
QUINDI DI CIÒ CHE LO ELEVA A METAFORA DELLA VITA E, PERTANTO, AD ALLEGORIA DELLA LOTTA.

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L’ANGOLO DEI PERCHE’ (Polpettide)

opera948_museo_madre“Ho cominciato a dar calci al pallone per non cadere sull’ asfalto di un campo da gioco operaio. Per rimanerci in piedi, anche se ero solo un bambino, in quel “campo”. Un campo senza erba o terra, un campo d’asfalto.”
(A.Prunetti, Amianto, ed. Agenzia X 2012)

Eccoci arrivati alla nona edizione di “calci dal basso”. Nove anni non ci sembrano pochi per un piccolo torneo di calcio a cinque autogestito. Il nostro torneo però, non prende le mosse dai campi ufficiali della FIGC. Se si volesse rintracciare un luogo, un origine, dove l’idea del nostro torneo esisteva già prima che questo nascesse, dovremmo sicuramente guardare alla “strada”. A quei campetti in asfalto o cemento, ai bordi degli oratori o dei circoli arci ed ope- rai. Ai campetti improvvisati, su cortili o parcheggi fra casermoni di periferia, o nelle piazze lastricate di pietra di qualche paesino di provincia.

In quei campetti, dove era facile “rovinarsi”, franare, sbucciarsi, in quei terreni da gioco inospitali e tremendi anche per le caviglie più allenate. Quei campetti nei quali l’accesso non era regolato dall’età anagrafica, ma dalla tua capacità di restare in piedi, di farti “volere”, di indovinare il passaggio giusto o il gol “di culo”. E comunque era un gol. Se è da questi campetti che sentiamo provenire il nostro torneo, ne consegue cha da questi luoghi di “calcio dal basso”, derivino alcune “regole” o meglio modalità di gioco, che lo caratterizzano. In questa rubrica, nei prossimi numeri, cercheremo di ricordare e spiegare le caratteristiche principali di questo strambo torneo.

L’arbitro che non c’è.

Crediamo che siano pochi quelli che possano vantarsi di aver fatto l’arbitro nei campetti di strada. Troppa la voglia di giocare, troppa la responsabilità di doversi arrogare il diritto di giudicare in tempo reale il giusto e lo sbagliato. Certo spesso le partite senza arbitro finivano in rissose discussioni, dove non mancavano calci sugli stinchi a palla ferma o fragorosi scapaccioni. Oppure partite interrotte dal “bimbo gigi” di turno, che all’ennesimo inesistente rigore negato decide, fra gli insulti di tutti, di portare via l’unico pallone decente. L’arbitro, figura contrastata anche nel calcio ufficiale, definito da Gianni Brera un “prepotente… che insiste nel ritenere che la legge va rispettata a costo di infastidire il prossimo”. Noi l’arbitro quindi non ce lo abbiamo.

Calci dal basso, si svolge nei campi di una casa, il “Ceccorivolta”, occupata ormai da tredici anni. Una esperienza all’interno della quale si è sempre tentato di applicare alla vita reale i principi dell’autogestione. Anche in campo, si è cercato quindi di non delegare ad una figura terza la gestione del gioco. Ogni squadra deve prendersi le proprie responsabilità durante la partita, nel tentativo di autogestire nella maniera più orizzontale possibile l’incontro con l’avversario di turno.

Certo non è un meccanismo perfetto, le discussioni sono molto accese, ma qui il pallone è di tutti e la partita continua comunque. In otto anni, anche se a volte sfiorata, la rissa non si è mai scatenata, al contrario di quanto spesso accade nei campi di gioco ufficiali.

Un bell’articolo di Jhoon Foot sulla figura dell’arbitro in Italia lo potete trovare sul blog di futbologia qui

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A PROPOSITO DI PRONOSTICI (Francuzzo da Ajaccio)

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Calci dal Basso 2013, 9° Edizione… Può sembrare un inizio molto banale, per una rubrica che parla di pronostici calcistici. Ma il torneo è anche una delle poche certezze rimaste a giro per il mondo, già il fatto di essere qui a scrivere, significa che i Maya hanno padellato il pronostico (anche se non avendo previsto il loro sterminio da parte dei colonizzatori europei ben 500 anni prima, non li rendeva molto attendibili). Un’ altra previsione fal- lita è stata quella dell’invasione del mondo Occidentale da parte dei Comunisti Cinesi (qui 10 euri ce l’avevo messi anch’io). L’ unica cosa che ci ha invaso sono i prodotti cinesi a basso costo di produzione e ad alto sfruttamento umano in pieno stile capitalistico che in confronto il fordismo e’ un programma per bambini.
Altro pronostico saltato…la fine del Berlusconismo! C’è chi aveva scommesso la casa e e ora è costretto ad occupare (alcuni esponenti del Pd sono stati avvistati vicino alla sede del Movimento di lotta per la casa, altri invece sono già vestiti da RubyRubacuori pronti a prostituirsi al cavaliere, tranne i’Renzi che inve- ce ha dichiarato di voler prendere il posto della Minetti). C’è chi invece aveva scommesso tutto sulla rinascita della vocazione cattolica planetaria grazie a un grande Papa condottiero con un passato impeccabile nelle giovanili delle SS e nelle parrocchie tedesche del dopoguerra piene di bambini in difficoltà…e che in confronto Don Zauker sembra un scout vergine.
Tutti costoro, che pensavano di aver scommesso su un cavallo vincente, si ritrovano con le pezze al culo causa crisi di vocazione e dimissioni del papa Nazinger. Concludo dicendo solamente che se c’e’ la crisi non è colpa del sistema capitalistico globale gestito da banche, multinazionali e magnati di vario genere, ma di voi che scommettete, non ci pigliate e poi non c’avete più li soldi. Quindi se volete rifarvi seguite le indicazioni e i pronostici sui prossimi numeri del subbuteo…non ve ne pentirete.

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CDB2013 – CALENDARIO INCONTRI E GIRONI

Qui trovate la preview del primo numero di subbuteo e qui il trailer, i sorteggi e le video interviste

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ROTOCALCIO A FUMETTI -3 puntata

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